I rischi di investire in azioni in ambito biotecnologico sono alti. Tuttavia, questi titoli rappresentano anche ottime risorse per rendere più profittevole una strategia di trading online che mira alla crescita a breve termine. A differenza delle grandi aziende farmaceutiche, le aziende biotecnologie raramente ottengono entrate significative dalle vendite dei loro prodotti. Di conseguenza, sono società difficili da valutare. Tuttavia, si tratta di titoli che, in base a specifici catalizzatori, possono crescere o diminuire anche del 50% o più, dall’oggi al domani.
Capire quale azienda avrà una volatilità maggiore e dove la spingerà in mercato non è facile. Ad ogni modo, dedicando del tempo alla ricerca e seguendo determinati suggerimenti, è possibile uscirne vincitori. In particolare, secondo gli esperti, ci sono tre errori comuni che spesso i trader commettono, quando entrano in questo settore speranzosi di raggiungere notevoli e imminenti profitti. Vediamo quali sono.
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Il successo di un farmaco in laboratorio o nelle sperimentazioni cliniche
Secondo l’American Council on Science and Health, solo il 13,8% dei farmaci e dei vaccini supera l’intero processo di sperimentazione clinica per raggiungere l’approvazione normativa per la vendita. L’associazione di categoria BIO, che comprende le aziende di biotecnologia, ha un’opinione ancora più pessimista. Secondo l’ente, mediamente, solo il 9,6% dei farmaci riesce a passare dalla fase 1 alla sperimentazione, fino ad arrivare all’approvazione. Il punto chiave, in un simile contesto, non è scoraggiare i trader ad investire in azioni in ambito biotecnologico. Piuttosto, secondo gli esperti di trading online, è importante chiarire che il processo di sviluppo di un farmaco è estremamente difficile. Non importa se molti affermano il contrario: il successo in un determinato progetto non mai è garantito. Di conseguenza, un trader non dovrebbe investire soltanto supponendo che un determinato farmaco verrà approvato a breve.
Anche le migliori aziende del settore vanno incontro a fallimenti dal punto di vista clinico. La maggior parte delle volte, il fallimento si verifica durante gli studi clinici di fase 2, dove c’è solo circa il 30,7% di possibilità di passare alla fase successiva. Non a caso, le sperimentazioni di fase 2 sono quelle in cui le aziende biotecnologiche devono dimostrare che i loro farmaci sono effettivamente utili ed efficaci per i pazienti.
I potenziali guadagni si ottengono scontando gli impatti di eventuali collaborazioni
Prima di vedere i propri medicinali sul mercato, molte società biotecnologiche ottengono entrate collaborando con aziende più grandi. In genere, le aziende più piccole accettano frequentemente di concedere le licenze delle proprie tecnologie, di vendere contratti per lo sviluppo dei propri farmaci o di lavorare in tandem con i loro partner, per sviluppare un nuovo prodotto. Spesso, i ricavi di queste collaborazioni non sono molto significativi se relazionati alle spese di ricerca e sviluppo dietro queste collaborazioni. Dunque, gli investitori non possono contare sul fatto che i ricavi siano ricorrenti per un periodo più lungo del termine definito dai collaboratori. Pertanto, tale reddito potrebbe non risultare rilevante per la valutazione di un titolo azionario.
Tuttavia, in una collaborazione c’è molto di più delle sole entrate finanziarie. In effetti, le società biotecnologiche possono guadagnare moltissimo dall’avere accanto un brand affermato che le guidi attraverso il processo di sviluppo dei farmaci e al successivo commercio. Ma il vantaggio è senz’altro reciproco.
In alcuni casi, come la direzione di Pfizer ha acutamente sottolineato in merito alla collaborazione con BioNTech per lo sviluppo del vaccino contro il coronavirus, l’azienda più grande può ottenere un importante know-how tecnico da una collaborazione con un brand più piccolo. In questo caso specifico, Pfizer sta lavorando all’indipendenza nella tecnologia a mRNA, proprio grazie a quanto imparato da e con BioNTech.
Inoltre, i termini delle collaborazioni a volte possono cambiare, offrendo agli investitori uno sguardo da vicino su come le due parti si aspettano che si sviluppi il loro progetto condiviso. Come esempio, si possono considerare le implicazioni di una grande azienda come Vertex Pharmaceuticals (NASDAQ: VRTX) che sceglie di aumentare la propria quota di proprietà di un progetto di sviluppo di terapia congiunta con CRISPR Therapeutics (NASDAQ: CRSP), come è accaduto il mese scorso.
Acquistando il controllo di maggioranza della terapia genica CTX001 (mentre prima ne possedeva solo il 50%), Vertex ha segnalato il suo alto grado di fiducia nel progetto. Allo stesso tempo, la volontà di CRISPR di rinunciare alla sua quota sullo stesso progetto mostra che il management dell’azienda pensa di poter ottenere un tasso di rendimento più elevato altrove, soprattutto considerando il pagamento di 900 milioni di dollari da parte di Vertex per ottenere il controllo di maggioranza. In breve, con le collaborazioni, le indicazioni finanziarie sono molte e importanti. E’ bene, quindi, non ignorarle.
L’errore di mettere tutte le uova nello stesso paniere
Probabilmente, l’errore più pericoloso che gli investitori commettono, quando decidono di comprare azioni di società biotecnologiche, è costruire una diversificazione inadeguata. In particolare, quando si investe in azioni biotecnologiche in fase iniziale, è fondamentale proteggere le proprie operazioni distribuendo i fondi tra più società. Distribuire il proprio investimento garantisce al trader che se una delle società incontrasse un momento difficile a causa di battute d’arresto in fase clinica o di un rapporto sugli utili peggiore del previsto, l’intero portafoglio non crollerebbe. Ad esempio, se un portafoglio basato sul settore biotecnologico non fosse diversificato, l’enorme calo causato dalle cattive notizie su Inovio Pharmaceuticals, il mese scorso, avrebbe generato al trader che avesse puntato tutto su questa azienda un potenziale calo del 25%.
D’altra parte, tuttavia, la diversificazione significa anche che i titoli vincitori non faranno oscillare così tanto il valore complessivo del portafoglio, se dovessero aumentare. Questo non va visto come un elemento negativo, poiché da al trader l’opportunità di incassare parzialmente i profitti e mantenere le azioni ponderate proporzionalmente, riducendo così l’impatto dei movimenti di prezzo giornalieri.
Non è necessario che la diversificazione sia troppo elaborata. Basta investire in un gruppo di tre o quattro diverse aziende biotecnologiche, invece di una sola. Occorrerà fare un po’ di ricerca extra per trovare le giuste società da aggiungere, ma in questo modo la strategia sarà molto più resiliente e profittevole nel lungo termine.
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