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Bitcoin, dalla vetta all’incertezza: cosa sta succedendo
Un comitato del Consiglio di Stato cinese, guidato dal vice premier Liu He, ha annunciato la repressione nella tarda serata di venerdì, come parte degli sforzi di Pechino per respingere i rischi finanziari. È stata la prima volta che il governo cinese ha preso di mira l’estrazione di valuta virtuale, un’attività considerevole nella seconda economia più grande del mondo. Secondo alcune stime, tale attività rappresenta fino al 70% dell’offerta globale di criptovalute.
Oggi, l’exchange di criptovalute Huobi ha sospeso sia il mining che alcuni servizi di trading a nuovi clienti, nella Cina continentale.
Anche BTC.TOP, un pool di mining di criptovalute, ha annunciato la sospensione delle sue attività in Cina citando i rischi normativi. Un altro minatore di criptovalute, HashCow, ha affermato che interromperà l’acquisto di nuovi impianti di mining di bitcoin.
I minatori crittografici utilizzano apparecchiature informatiche sempre più potenti e appositamente progettate per verificare le transazioni di monete virtuali, in un processo che produce valute crittografiche appena coniate, come il bitcoin.
Tuttavia, il mining di criptovalute consuma molta energia, il che è in contrasto con gli obiettivi di neutralità del carbonio della Cina. Ma la repressione fa soprattutto parte della maggiore spinta della Cina per frenare il trading speculativo di criptovalute.
Bitcoin ha subìto un duro colpo dopo questa mossa. La crypto è in ribasso di oltre il 40% suo massimo storico. Nella seduta di ieri, il BTC ha perso fino al 17%, prima di ridurre le perdite. Anche Ethereum è sceso al minimo di due mesi ieri, in calo del 60% da un picco record raggiunto solo 12 giorni fa.
La regolamentazione delle criptovalute su scala globale
La protezione degli investitori e il riciclaggio di denaro sono le principali preoccupazioni dei regolatori finanziari globali che sono alle prese con l’incognita di se e come regolare il settore delle criptovalute.
L’ultimo scossone al mercato crypto deriva anche da un controllo più rigoroso negli Stati Uniti. Giovedì scorso, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha indicato che una maggiore regolamentazione della valuta elettronica sempre più popolare potrebbe essere giustificata.
Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, il consumo annuale di energia dei minatori cinesi di criptovaluta dovrebbe raggiungere il picco nel 2024 a circa 297 terawattora. Un dato più alto di tutto il consumo di energia dell’Italia nel 2016.
Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso la neutralità del carbonio entro il 2060. E la Cina ha preso la sua posizione.
Tuttavia, il fondatore di BTC.TOP Jiang, rimarca che questa situazione porterà all’ascesa dei pool minerari statunitensi ed europei.
In conclusione, chi desidera investire in criptovalute in questo momento può, da una parte, sfruttare i prezzi più bassi rispetto ai picchi recenti, per aprire posizioni. Dall’altra, i venti sfavorevoli iniziano a soffiare più forti su tutto il settore.