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Comprare azioni Spotify: cosa analizzare per conoscere l’azienda?
Comprare Azioni Spotify significa andare ad investire su una delle aziende leader, a livello mondiale, nell’ambito dello streaming di musica. Un’azienda che ha anche una storia abbastanza consolidata, essendo nata nel 2006. Nel corso degli anni, la concorrenza nel settore è aumentata in maniera forte, a fronte del contestuale aumento della domanda per i servizi di streaming musicale. Di conseguenza, per investire sulle azioni della compagnia svedese occorre fare un’analisi accurata della struttura societaria e dei conti dell’azienda nel momento in cui si vuole operare in Borsa. Vi consigliamo di soffermarvi sui seguenti punti:
- Il modello di business dell’azienda;
- Profitti e perdite presenti negli ultimi bilanci aziendali;
- Studio dei competitor dello stesso settore;
- Le persone chiave collegate all’azienda (i c-level);
- Il sentiment dei lavoratori dell’azienda;
- Livello di indebitamento dell’azienda;
- La RoadMap societaria.
Nei seguenti paragrafi, partendo proprio da questi punti, andremo a scoprire maggiori dettagli su questa azienda, con l’obiettivo di agevolare i vostri possibili investimenti.
Spotify: modello di business
Il business model di Spotify si basa sulla fornitura di musica agli utenti, attraverso la sottoscrizione di diverse tipologie di abbonamenti. Dal punto di vista dei ricavi, il modello di business di Spotify vede la società guadagnare oltre il 90% delle sue entrate proprio dagli abbonamenti. Il restante 10% dei ricavi è generato dal segmento delle pubblicità. L’azienda andrà poi a destinare circa il 30% delle entrate al pagamento degli artisti, delle licenze e di altri accordi. Considerato questo tipo di modello, è naturale constatare che l’azienda Spotify investe molto sulla creazione di una piattaforma fruibile, su più livelli, ma per la quale comunque gli utenti siano disposti a pagare.
In questo momento, è possibile sottoscrivere sulla piattaforma 4 tipologie di abbonamento: Individual, Duo, Family e Student. Per tutte le tipologie è previsto un primo mese gratuito. La parte di servizi offerta gratuitamente prevede l’utilizzo di annunci pubblicitari, la cui trasmissione è stata studiata in modo tale da spingere gli utenti ad abbonarsi. Ecco perché la piattaforma guadagna più dagli abbonamenti che dalle pubblicità. In sostanza, l’azienda attira gli utenti fornendo streaming di musica gratuito. In questo spazio gratuito l’utente può sperimentare l’esigenza di alcune funzionalità che vengono offerte passando ad un abbonamento. Entrato come pagante, l’utente riceve diversi servizi per agevolarne la fidelizzazione. In sostanza, il modello di Business di Spotify può essere definito un modello “freemium”, dove servizi gratuiti e a pagamento sono bilanciati dalle pubblicità.
Profitti e perdite di Spotify
L’ultimo anno fiscale di Spotify si è chiuso con una perdita di circa 40 milioni di dollari. Contestualmente, l’azienda ha tagliato le proprie stime per l’anno corrente. Occorre però specificare che il livello di perdita è notevolmente diminuito dai 125 milioni dell’anno precedente. A preoccupare analisti e trader, tuttavia, sono le previsioni al ribasso per utenti attivi e abbonati. In sostanza, quella che fino ad oggi è stata la più grande piattaforma di streaming musica al mondo, sembra essere percepita, ora, non più come incrollabile. Tutto questo si è tradotto in un crollo anche per le azioni della società quotate in Borsa. A questo punto, la domanda è: l’attuale prezzo scontato è un’occasione di acquisto o l’inizio del declino per il titolo?
Spotify: chi sono i competitor del settore?
Per rispondere alla precedente domanda è assolutamente necessario menzionare i competitor di Spotify. Innanzitutto, c’è da dire che il settore dello streaming di musica sta diventando sempre più competitivo. Questa industria è composta da nomi di giganti della tecnologia che di certo non fanno dormire sogni tranquilli all’azienda svedese. Parliamo di big come Apple (Apple Music), Amazon (Amazon Music) e Google (YouTube), tra gli altri. Tutte queste società stanno rapidamente conquistando ampie quote di mercato, supportate dalle più moderne tecnologie che producono in casa. Al momento, nessuno di questi marchi ha ancora spodestato Spotify dalla leadership del settore, ma sembra quasi che nel futuro questa prospettiva diventi inevitabile. Quello della concorrenza, dunque, è un altro elemento che pesa come un macigno sulla quotazione delle Azioni Spotify.
Spotify: le figure chiave
Per investire anche solo 100 euro su Spotify, come consigliamo per qualsiasi altra azienda quotata in Borsa, occorre fare riferimento anche alle figure chiave dell’azienda. Generare una rendita mensile da Spotify significa conoscere nei minimi dettagli tutto l’universo dell’azienda stessa, proprio a partire dal suo Management.
Spotify è stata fondata da Daniel Ek e Martin Lorentzon. Il primo è tutt’oggi CEO della compagnia. Si tratta di un imprenditore definito da molti come una mente geniale. Del resto, ha creato il suo primo business all’età di soli 13 anni. Ek ha recentemente chiesto al governo svedese di agevolare il lavoro nel Paese, poiché la crescita della società è limitata anche a causa di alcune leggi relative alla tassazione e alle politiche di assunzione della nazione. Non è escluso, dunque, che Ek possa decidere, un giorno, di spostare la sede di Spotify altrove, situazione che sicuramente influenzerebbe anche il sentiment degli investitori.
Il sentiment dei lavoratori dell’azienda Spotify
L’ambiente di lavoro in Spotify viene considerato ottimo. La questione della gestione delle risorse umane può interessare i trader più dal punto di vista legale, piuttosto che operativo. La Svezia, infatti, non sembra favorire la formazione in azienda né la crescita imprenditoriale, a causa di una serie di leggi considerate obsolete. Ad ogni modo, questo aspetto non influisce, al momento, sul prezzo delle Azioni della compagnia.
Livello di indebitamento di Spotify
Come consigliamo sempre, anche per investire 200 euro su Spotify è importante valutare la solidità delle casse dell’azienda. Fortunatamente, si tratta di un aspetto positivo per la compagnia svedese. Tuttavia, occorre anche segnalare che oltre il 50% degli utenti Spotify non paga un abbonamento, utilizzando i servizi gratuiti offerti. Ne deriva una crescita del segmento pubblicitario, ma anche la necessità di aumentare ricavi, per non accumulare debito nel futuro, soprattutto per i pagamenti dovuti agli artisti.
La RoadMap societaria
Per mitigare i rischi derivanti dalla concorrenza e dalla gestione dei costi fissi e variabili, Spotify ha diversi assi nella manica. Innanzitutto, la recente approvazione di un brevetto depositato nel 2018, di un software che permetterà all’app di analizzare un’incredibile quantità di dati degli utenti, incluso il loro stato emotivo. In questo modo la società intende creare un ambiente di ascolto di brani musicali fatto su misura per ogni utente. L’azienda andrà ad ottimizzare anche la qualità dell’audio, in linea con quanto stanno già facendo i principali competitor. Infine, la società spingerà ancora sulle collaborazioni per far sì che l’app possa essere scaricata su sempre maggiori tipologie di dispostivi.
Investire in Azioni Spotify
Il grafico riportato sotto mostra l’andamento storico del titolo Spotify dal quale ottenere le più recenti informazioni sul titolo.
Grafico azioni Spotify aggiornato in tempo reale