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Pfizer e la ricerca oncologica
Pfizer vuole rinforzare la sua pipeline innanzitutto con farmaci oncologici di medicina di precisione, nel prossimo decennio. In questo contesto, l’acquisizione ideale sarebbe quella di Blueprint Medicines. Si tratta di una società biotecnologia che vale 5 miliardi di dollari. Ed è la prima e unica azienda possedere due farmaci scoperti e sviluppati internamente che hanno ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti nel primo decennio dalla sua fondazione.
I prodotti di Blueprint Medicines si rivolgono a circa 6.000 pazienti all’anno negli Stati Uniti.
Ad un costo di $ 231.000 per paziente all’anno, si tratta di un mercato indirizzabile da $ 1,3 miliardi. L’azienda possiede anche due prodotti candidati appena entrati negli studi di fase 1 per il cancro del polmone.
Sebbene la concorrenza sia forte, Blueprint ha dimostrato di poter portare rapidamente i propri farmaci sul mercato. Con un ampio supporto finanziario e una grande forza vendita già presente, Pfizer potrebbe capitalizzare velocemente con l’acquisizione di questa attività
Le malattie rare
Un’altra potenziale redditizia acquisizione sarebbe quella di Aurinia Pharmaceuticals, che possiede la prima terapia orale (Lupkynis) approvata per la nefrite lupica che non richiede il monitoraggio dei livelli del farmaco. La nefrite lupica è una malattia autoimmune particolarmente grave per i reni, con circa il 10%-30% dei pazienti che manifestano insufficienza renale entro 15 anni, nonostante le attuali terapie.
Questa malattia colpisce da 80.000 a 100.000 persone negli Stati Uniti e il farmaco di Aurinia sembra migliorare le condizioni di chi ne è affetto. Infatti, il 40,8% dei pazienti vede miglioramenti della funzionalità renale dopo 52 trattamenti con Lupkynis, rispetto al 22,5% dei pazienti che ricevono solo il trattamento standard.
Aurinia prevede un reddito netto medio annualizzato per paziente di circa $ 65.000. Con almeno 65.000 potenziali pazienti negli Stati Uniti, si tratta di un mercato indirizzabile totale di oltre $ 4 miliardi.
La prossima frontiera nel trattamento del COVID
Con l’aumento dei casi di COVID-19 in tutto il mondo, c’è un urgente bisogno di una terapia efficace che possa essere somministrata non solo ai pazienti ricoverati, ma anche a quelli che stanno abbastanza bene da poter essere curati in casa. In questo ambito, la migliore acquisizione possibile sarebbe quella di Pharma Atea Pharmaceuticals, che ha un farmaco in sperimentazione in fase due che potrebbe ridurre rapidamente la carica virale nei pazienti COVID-19.
Scendendo nei dettagli dei test, dopo due giorni di trattamento, i pazienti coinvolti nella sperimentazione hanno mostrato una riduzione della carica virale maggiore dell’80% rispetto al gruppo placebo. I risultati di fase 3 sono previsti per la seconda metà del 2021. Dopo il successo della partnership con BioNTech per il vaccino contro il coronavirus, Pfizer potrebbe ora essere disposta a raddoppiare le partnership nello spazio COVID-19.
Atea, al momento, vale solo $2 0,1 miliardi di dollari, ma con un potenziale da mega blockbuster, Pfizer ne trarrebbe grandissimi vantaggi. L’acquisizione di Atea fornirebbe fornirebbe al business di Bourla anche una certa sicurezza di mantenere una buona posizione in questo mercato, qualora la sua terapia orale per il COVID, attualmente negli studi di fase 2/3, dovesse non risultare efficace.
La scelta
Il 22 luglio, Pfizer ha annunciato una collaborazione con Arvinas, che ha un trattamento per il cancro al seno in studi di fase 2. L’accordo è costato a Pfizer $ 650 milioni in anticipo, oltre a un investimento azionario di $ 350 milioni e fino a $ 1,4 miliardi in pagamenti per i futuri traguardi. Dunque, il colosso potrebbe non essere interessato, nell’immediato, ad un nuovo partner oncologico.
Inoltre, nonostante i dati positivi del farmaco di Atea contro il covid, Pfizer ha già il suo trattamento orale in sperimentazione.
Resta Aurinia, probabilmente l’acquisto più sicuro. Con una capitalizzazione di mercato inferiore a $ 2 miliardi e un potenziale blockbuster in diverse malattie autoimmuni, Aurinia sembra attualmente sottovalutata e, dunque, un’occasione da cogliere al volo e il prima possibile.