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La situazione del mercato azionario da Gennaio ad oggi
A causa dell’incertezza causata dalla pandemia del coronavirus (COVID-19), il primo trimestre del 2020 ha fatto registrare il crollo del mercato più rapido della storia. Complessivamente, il benchmark S&P500 ha perso il 34% del suo valore in soli 33 giorni di calendario. Per altre cause, le precedenti correzioni del mercato al ribasso hanno impiegato circa 11 mesi per raggiungere un calo del 30%. Il coronavirus ci è riuscito in meno di cinque settimane.
Poi c’è stato il secondo trimestre, che ha portato il più forte rally a cui gli investitori hanno assistito in 22 anni. L’S&P 500 è ora di nuovo in piedi, con il Nasdaq Composite ad alto contenuto tecnologico che ha registrato più di due dozzine di massimi record, dal minimo di marzo.
Eppure, nonostante questo, ci sarebbero diversi elementi ad indicare una nuova crisi imminente.
Il mercato obbligazionario insegna
Innanzitutto, la condizione del titolo del Tesoro degli Stati Uniti a 10 anni fa presumere un trend altalenante per l’economia e le azioni statunitensi. La scorsa settimana, il T-bond a 10 anni ha chiuso con un rendimento dello 0,536%, segnando la sua seconda chiusura giornaliera più bassa di tutti i tempi. La prima volta è stata durante il caos di Marzo.
In un mondo ideale, gli investitori acquistano obbligazioni durante i periodi di paura, quindi tornano alle azioni quando si sentono più fiduciosi verso l’economia. Poiché il prezzo di un’obbligazione e il suo rendimento hanno una relazione inversa, un acquisto aggressivo di obbligazioni porterà a un calo persistente dei rendimenti. Il fatto è che, se i rendimenti diminuiscono troppo, potenzialmente fino al punto in cui si traducono nella perdita di denaro reale a causa dell’inflazione, gli investitori potrebbero vendere in massa le loro obbligazioni e trasferirsi sulle azioni. Chiaramente, sulla base del repentino calo del rendimento nel decennio, questo non sta accadendo.
Un rendimento quasi record sul T-bond a 10 anni con il mercato azionario vicino al massimo storico sembrerebbe indicare un’eccezionale quantità di sfiducia nelle azioni, al punto che le perdite in denaro reale per l’inflazione sono diventate più appetibili che l’idea di investire in azioni.
E se è vero che il mercato azionario ha fatto registrare un ampio rally dal 23 marzo, il mercato obbligazionario consiglia fortemente di avere cautela.
Le indicazioni extra mercato
Secondo gli analisti ci sono anche altri elementi che porterebbero a pensare un’imminente crollo del mercato azionario. In primis, la sottoutilizzazione del lavoro a livello globale. Si tratta di una misura che tiene conto delle persone che sono senza lavoro, incluse quelle costrette a un lavoro part-time, o un impiego che è ben al di sotto delle loro competenze.
In ciascuna delle ultime tre recessioni, questo valore è schizzato, così come sta accadendo adesso in maniera ancor più vigorosa.
Circa un quinto della forza lavoro civile è disoccupata, o bloccata in una posizione in cui le proprie competenze non vengono utilizzate correttamente o costretta a lavorare a tempo parziale. Ciò significa un esercito di lavoratori scoraggiati, il che può avere un impatto negativo sull’efficienza operativa delle imprese. Ci vorranno anni per riportare questo tasso di sottoutilizzo a un livello accettabile.
Occorre anche tenere conto delle insolvenze sui prestiti. Se anche solo 1 prestito su 10 rimanesse in una condizione di default per un tempo prolungato, il danno sui centri monetari e sulle banche locali che hanno generato questi prestiti sarebbe enorme.
Se succedesse qualcosa di grosso
Se questi indicatori economici non dovessero essere sufficienti, la storia mostra anche che si sono verificate correzioni percentuali a due cifre, senza errore, a seguito di ciascuno degli ultimi otto rimbalzi del mercato ribassista.
In linea generale, qualora un nuovo crollo del mercato azionario dovesse verificarsi, i Titoli di alta qualità non dovrebbero risentirne in maniera eccessiva. Piuttosto, il consiglio degli esperti è quello di accumulare abbastanza denaro per fronteggiare eventuali perdite inaspettate.
In effetti, non importa quanto ripida possa essere una correzione ribassista: ogni movimento al ribasso del mercato azionario è stato alla fine cancellato da un rally rialzista. Il problema è per chi, durante il crollo, non riesce a rimanere a galla.
Sul lungo termine, invece, le aspettative degli analisti sono particolarmente positive.